Il futuro semplice è uno dei tempi semplici del modo indicativo. Nel suo uso temporale,
colloca un’azione in un momento successivo a quello dell’enunciazione. In genere, indica quindi la
posteriorità.
Es. Domani sarò a Roma. (sono certo, perché l’ho programmato)
Esistono, però, diversi tipi di futuro semplice, in base alla funzione che essi svolgono. Oltre a quella che
già abbiamo analizzato, possiamo distinguere:
- Futuro iussivo come variante attenuata rispetto al modo imperativo o per esprimere un
ordine categorico. Es. Pulirete le vostre stanze entro domani!; Mi farete sapere come è
andata.
-
Futuro retrospettivo a indicare la posteriorità di un’azione rispetto a un’altra già
avvenuta nel passato. Es. Gli italiani non si aspettavano di dover combattere una guerra civile. Più
tardi capiranno che è inevitabile.
-
Futuro attenuativo che funziona come l’imperfetto di modestia. Pone cioè una distanza
psicologica tra la proposizione e l’effettivo svolgersi dell’azione. Può anche attenuare un’affermazione
troppo diretta o esprimere cortesia. Es. Dovrò ringraziarvi per l’ospitalità che mi avete dato;
Vi dirò che Giovanna non mi piace. Troviamo il futuro attenuativo molto spesso nelle proposizioni
incidentali o con la funzione di precisare o correggere una parola. Es. Giovanna, non lo nasconderò, è
una ragazza che non mi piace; Gli italiani non si trovarono, non dirò “pronti”, ma nemmeno
“persuasi” dalla necessità di un’altra guerra.
-
Futuro suppositivo (o epistemico) che il più delle volte ha valore modale più che temporale
e, talvolta, accompagnato da avverbi come forse, probabilmente, presumibilmente e altri esprimenti dubbio,
indica una supposizione, una deduzione di chi parla. Es. Avete viaggiato molto, sarete
stanchi; Probabilmente sarete dei bravi genitori, tra qualche anno.
-
Futuro con valore concessivo per indicare una circostanza reale, la quale però non ha alcun
effetto su quanto enunciato nella proposizione principale. Es. Sarà pure vero quello che dici, ma non mi
interessa comunque.
Rossella Monaco