grammatica italiana

Il presente è il tempo che solitamente pone un’azione in simultaneità rispetto a un’altra o comunque indica la contemporaneità dell’esecuzione della frase rispetto al fatto enunciato.

Es. Oggi c’è il sole;

Sono triste.

In molti casi però, il valore temporale dell’indicativo presente viene sorpassato e a volte perfino annullato dal valore aspettuale o da un uso diverso del verbo.

Esistono, infatti, molti usi:

  1. Presente iterativo, che come possiamo intuire dalla denominazione, indica un’azione abituale riferita al presente ma, in qualche modo, anche al futuro e al passato. Es. Giovanna mangia molte mele. (di solito, sempre...);
  2. Presente acronico, cioè fuori dal tempo, che ha quindi una validità assoluta, universale. È il caso di proposizioni riferite al campo giuridico, scientifico, saggistico. Es. La terra gira intorno al sole; gli anticorpi ci proteggono dalle infezioni;
  3. Presente pro futuro, utilizzato al posto del futuro, soprattutto nel registro colloquiale. È corretto, grammaticalmente parlando, solo se esiste la certezza soggettiva dell’avvenimento. Es. Domani corro tre ore e martedì quattro; non è, invece, accettabile: Un giorno siamo tutti più attenti alle tematiche ambientaliste; mentre è corretto l’uso del futuro: Un giorno saremo tutti più attenti alle tematiche ambientaliste, perché si tratta di un’ipotesi, di una probabilità, non di una certezza. Anche nella lingua inglese, il presente è utilizzato per indicare la certezza nel futuro;
  4. Presente storico, molto usato in narrativa per coinvolgere il destinatario, drammatizzando il racconto; frequente nella prosa descrittiva e storica; riscontrabile anche nella lingua orale. L’effetto stilistico è molto efficace perché dà l’impressione di vivere immagine per immagine, come se ci trovassimo davanti a uno schermo in una sala cinematografica. Possiamo, in questa definizione, effettuare un ulteriore distinguo tra presente storico “drammatico”, che interviene rompendo la linearità narrativa nel passato e non fa sistema con nessun altro tempo, e presente storico “narrativo”, che invece prevede un normale rapporto di anteriorità e posteriorità con gli altri verbi. Riportiamo una frase di Manzoni, portata ad esempio dallo stesso Serianni, per meglio indicare la funzione del presente storico “drammatico”.

“Sopra tutto si cercava d’aver informazione, e si teneva il conto de’reggimenti che passavan di mano in mano il ponte di Lecco, perché quelli si potevano considerar come andati, e fuori veramente del paese. Passano i cavalli di Wallenstein, passano i fanti di Merode, passano i cavalli di Anhalt, passano in fanti di Brandeburgo, e poi i cavalli di Montecuccoli, e poi quelli di Ferrari; passa Altringer, passa Furstenberg, passa Colloredo; passano i Croati, passa Torquato Conti, passano altri e altri; quando piacque al cielo, passò anche Galasso, che fu l’ultimo”.



Rossella Monaco


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