grammatica italiana

Il punto (o punto fermo) indica generalmente una pausa forte all’interno del discorso, alla fine di una frase di senso compiuto. Se dichiara un cambio di argomento, è seguito dall’a capo. La sua nettezza rende il discorso più frammentario, sincopato. I periodi diventano brevi e la sintassi semplice, condizioni necessarie, ad esempio, per la scrittura sul web, per non affaticare la vista del lettore.

La posizione di questo piccolo segno è in grado di dare una carica emotiva differente a un messaggio. Così la stessa frase può essere letta diversamente in base alla punteggiatura. Se scrivessimo

Carlo è andato a casa. Non stava bene.

l’intonazione della frase presenterebbe una fase ascendente fino a “andato” e una fase discendente fino al punto, per poi risalire e riscendere nella proposizione successiva. Se invece la frase fosse una sola:

Carlo è andato a casa perché non stava bene.

il picco di tonalità si avrebbe all’incirca tra “casa” e “perché”, in corrispondenza della divisione del periodo, dove prima esisteva una pausa più netta.

Possiamo quindi notare che a seconda dell’utilizzo del punto fermo si creano ritmi distinti all’interno del discorso e si è in grado di trattenere l’attenzione del lettore più o meno a lungo.

Questo è vero soprattutto nei discorsi pronunciati ad alta voce, mentre per la pagina scritta il punto funge da marcatore. Può anche sottolineare una parola posta alla fine della frase e renderla più evidente.

 

Negli ultimi anni il punto fermo ha assunto una funzione anomala. È diventata soprattutto una questione di stile, più che di semplice ortografia.

 

Mio padre non si è interessato a me.Mai. Era sempre infelice. Anche io lo ero.

Come possiamo vedere, “mai” è racchiuso dai due punti fermi e questo gli dona maggiore incisività. La frase è molto frammentata e ci dà l’idea di una sofferenza, quasi un singhiozzo. È una libertà stilistica abbondantemente utilizzata anche in letteratura per esprimere emozioni o semplicemente per definire le frasi senza troppi orpelli.

Sono andata a letto e le stelle non c’erano più. Ho pulito per bene il vetro della finestra, ma niente da fare. Erano sparite. (Stefano Benni, Margherita Dolcevita, 2005).

 

 

Il punto viene adoperato nelle abbreviazioni.

dott. à dottor

prof. à professore (“prof”, senza punto, se si tratta di una parola accorciata, come ad esempio “auto” per “automobile”)

 

Dopo il punto va sempre la lettera maiuscola, tranne che si trovi al centro di parole contratte:

dott.ssa à dottoressa

f.lli à fratelli

Se il punto fermo si trova dopo un’abbreviazione, non è necessario ripeterlo.

ecc. Forse non sapete...

 

Anche nelle sigle e negli acronimi troviamo il punto fermo.

D.D.L. àdisegno di legge

Le sigle che possono essere lette con facilità, come se fossero parole intere (Rai, Coin, ecc.), non hanno bisogno del punto.


Rossella Monaco


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