grammatica italiana

Il trapassato remoto è formato dal passato remoto dell’ausiliare (essere o avere) e dal participio passato del verbo. Serve a indicare anteriorità rispetto al passato remoto.

Questo tempo ha un uso più limitato del trapassato prossimo; infatti, mentre quest’ultimo è presente nelle proposizioni principali e nelle subordinate, il trapassato remoto oggi lo troviamo solamente nelle proposizioni temporali introdotte da non appena, finché, dopo che, quando, appena.

Es. Non appena ebbe saputo la notizia, corse a cercarla; (Prima ne viene a conoscenza, poi corre).

Dopo che ebbe mangiato tutta la pasta, andò a dormire (Prima mangia, poi dorme).

Il trapassato remoto viene utilizzato soprattutto nella lingua scritta. Nel parlato, in particolare nel Nord Italia, esso tende a essere sostituito dal trapassato prossimo o dal passato prossimo, così come accade per il passato remoto. Resiste saldamente solo nelle proposizioni temporali.

Sono ormai caduti in disuso il trapassato remoto del verbo essere (fui stato) e il trapassato remoto nei passivi (fui stato picchiato). Rientra nel trapassato remoto l’ormai cristallizzata formula narrativa “Giunto che fu”.

Es. Giunto che fu a Bergamo, decise di inoltrarsi nella città vecchia.


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