Ortografia della lingua italiana
I segni di interpunzione L’uso del punto fermo L'uso della virgola Il punto e virgola I due punti Punto interrogativo Punto esclamativo L’uso dei tre puntini Uso delle parentesiAbbiamo visto, nella pagina dedicata, la differenza tra i verbi transitivi e quelli intransitivi.
I verbi intransitivi non permettono quindi il transito dell’azione sul complemento oggetto. Questo nella regola generale, perché in realtà anche un verbo intransitivo può reggere un complemento diretto: il complemento dell’oggetto interno.
Siamo di fronte a un complemento dell’oggetto interno quando esso si forma dalla stessa radice del verbo.
Es. Vivere una vita serena.
Oppure quando la base semantica del complemento e quella del verbo coincidono.
Es. Piangere lacrime amare.
Es. Dormire sonni tranquilli.
Questo utilizzo del complemento oggetto è riscontrabile in alcune frasi fatte o nell’uso letterario, colto. Solitamente si ricorre ad altri verbi per esprimere gli stessi significati (Es. Fare sonni tranquilli).
In molti verbi intransitivi, poi, un transito avviene comunque, anche se l’azione passa sul complemento di termine e non sul complemento oggetto.
Es. Somiglia a Claudia.
A seconda del contesto, infine, possiamo classificare uno stesso verbo come transitivo o intransitivo.
Es. Servi quel ragazzo! (transitivo);
Non mi serve (intransitivo = non serve a me);
Finisci il tuo piatto (transitivo);
La partita finisce alle dieci (intransitivo).
Anche alcuni verbi parasintetici, risultanti cioè dall’utilizzo di uno o più suffissi o prefissi, transitivamente indicano “mettere qualche persona o cosa in uno stato o in un luogo”, intransitivamente “entrare in quello stato o luogo”.
Es. La città ingrandisce (intransitivo);
Il microscopio ingrandisce i campioni (transitivo).
Considerate quindi sempre il contesto, prima di decidere per la transitività o l’intransitività di un verbo.